Regina subito dopo aver deposto l'uovo.
Foto M. Fragiacomo, apiario ITA "G. Brignoli"
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E' uno dei mesi, dal punto di vista meteorologico, più
imprevedibile con l'alternarsi di giornate fredde, neve e pioggia.
Le giornate si fanno però più lunghe, fioriscono piante importanti
per l'apporto di polline e le api, nelle posizioni più soleggiate,
si muovono attivamente quando le temperature superano alcuni gradi
sopra lo zero. In questo mese iniziano a fiorire primule, viole,
bucaneve, crochi e i salici. Nel nostro territorio in questo periodo
(2006), in posizione soleggiata e ben esposta, alcune famiglie
presentano già covata opercolata del diametro di circa 8 centimetri
(segnalazione del 10 febbraio di Feri Simon, zona San Mauro -
Collio, sotto monte Sabotino).
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Un segnale della ripresa della attività della regina è la
presenza di bottinatrici cariche di polline. Se possibile (apiario
vicino casa) si potrebbero togliere, da mattino a sera nelle belle
giornate, le griglie di protezione alle entrate degli alveari per
favorire il movimento delle bottinatrici. Sul fondo si potrebbero
trovare uova disperse indicanti la sicura ripresa dell'attività
della regina (da G. Bosca, 1994, op. citata nel mese di gennaio).
L'intensità del volo delle bottinatrici dipende dalla forza della
colonia. Eventuali visite dovranno essere fatte solamente alle
famiglie che presentano segni di anormalità. E' dannoso compiere
visite inutili con il rischi di produrre raffreddamenti e disturbi
alla regolare organizzazione dell'alveare.
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Bottinatrice carica di polline. Foto
eseguita da Marco Fragiacomo a Villesse (GO) il 19 febbraio
2006. |
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La visita di fine inverno |
Eseguire la visita solamente con temperatura
ambientale stabile con valori di 10-12° C da almeno 2-3 giorni. Non
effettuare visite tanto per il gusto di farle ma aver ben presente
gli obiettivi. Fare visite brevi. I motivi dell'ispezione in questo
periodo sono, in genere, i seguenti: |
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- controllare la presenza della
covata e l'efficenza della regina; se la regina non
"funziona" con giornate calde bisogna riunire. Non ci sono
altre possibilità.
- controllare la quantità di scorte
disponibili;
- controllo sanitario:
aprire le cellette opercolate, controllare la presenza di
larve morte e, in caso si sospetti qualche malattia grave,
contattare gli esperti
apistici.
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Nutrizione supplementare |
Solamente nel caso di chiara carenza di
scorte, effettuare una nutrizione di soccorso, utilizzando
alimento solido da posizionare direttamente
sopra le api altrimenti il prodotto non sarebbe utilizzabile
dalle api. Nel caso si utilizzino i pacchi confezionati del
commercio aprirli solo inferiormente. L'alimento solido si può
anche preparare in due modi: a secco, utilizzando come materia
prima lo zucchero a velo e il miele, oppure a caldo grazie un
particolare sciroppo cotto in zucchero e acqua. Le seguenti
due ricette sono tratte da G. Bosca, 1994 (Guida pratica di
apicoltura - edizioni IL CASTELLO) |
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Metodo a
secco- Si utilizzi
dello zucchero a velo impalpabile, usato
normalmente in pasticceria: di solito è
addizionato di amido di mais al 2-3% perchè non
indurisca. Usare del miele dei propri alveari non
alterato, per ovvi motivi sanitari. Il miele va
riscaldato lentamente finchè diventa molto fluido.
Unire il miele liquido e ancora caldo con lo
zucchero a velo, nel rapporto 10 Kg di zucchero a
velo con 3 Kg di miele liquido, impastando
lentamente per circa 15 minuti: alla fine si
otterrà una pasta densa che verrà stesa, con uno
spessore di 3 o 4 cm, su un piano a raffreddare.
Variando il rapporto tra zucchero e miele varierà
la consistenza della pasta ottenuta. Dopo che
l'impasto si sarà raffreddato e quindi anche un pò
indurito sarà tagliato in rettangoli e messo in
sacchetti di nylon, chiusi con il nastro adesivo,
affinchè non essichi e possa essere conservato per
lungo tempo. |
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Metodo a
caldo- Per ottenere
circa 6 Kg di candito si parte da 5 Kg di zucchero
e 1 l di acqua posti sulla fiamma. Si mescola in
continuazione per evitare caramelizzazioni fino al
completo scioglimento dello zucchero. Ad
ebollizione il tutto può uscire se la pentola non
è sufficentemente capiente. La tempertura va
portata fino a 115° C controllandola con un
termometro con scala fino a°150° C. Togliere dal
fuoco, aggiungere circa 500 g di miele e
continuare a rimescolare fino ad inizio
cristallizzazione; versare in un vassoio su carta
oleata. Quando il tutto sarà completamente
raffreddato, tagliare a fette e somministrare alle
api o conservarlo come spiegato nel metodo a
secco. |
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Riguardo l'alimentazione e altre ricette vedi la
pagina TECNICA |
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