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Lavori settembre

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A.P.A.V. servizi
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Lavori in apiario nel mese di Settembre 2010

In questo periodo ogni apicoltore dovrebbe aver finito i trattamenti contro la varroa, ci saranno apicoltori che avranno usato i farmaci autorizzati e chi, scegliendo l’ingabbiamento ossia il blocco della covata, si sarà adeguato alle nuove normative del Ministero della Sanità che prevedevano l’adesione alla sperimentazione con l’acido ossalico.
In tutti e due i casi, ogni apicoltore con un l’esperienza acquisita negli anni scorsi saprà che per salvare le sue api questi interventi sono stati determinanti per la continuazione delle proprie famiglie.
Le scelte saranno certamente state dettate dalle necessità della zona, nelle zone dove a fine giugno o metà luglio l’importazione è cessata si è intervenuto con l’Api Life Var o con il l’Apigurd, in altre come nelle valli venete dove la produzione continua nel periodo di agosto fino a metà settembre si raccoglie il miele di Limonium definito anche “Miele di Barena” o volgarmente chiamato miele salato, non potendo usare quei farmaci per non inquinare la produzione, saranno stati obbligati usare il blocco di covata.
Gli apicoltori attenti si saranno accorti che anche usando i farmaci, un certo blocco di covata si è verificato nei loro alveari, la regina non ha deposto in maniera completa, la covata si riscontrava solo nella parte sotto del nido e in maniera irregolare.
Questo fattore è indice che anche la regina è disturbata dall’odore intenso del timolo e di conseguenza porta l’allontanamento della ovodeposizione nella parte superiore dei telaini. 
In tutti e due i casi, in questo specifico momento, dobbiamo preoccuparci di ricreare la regolarità delle famiglie, la regina deve riprendere la covata in maniera completa ed efficiente, il suo lavoro metodico e continuativo sarà la salvezza della famiglia.
E’ sempre difficile spiegare che la ripresa della covata deve essere stimolata dall’apicoltore, molti pensano che le scorte, anche abbondanti, che si trovano all’interno dell’alveare possano bastare per l’incitamento alla ripopolazione dell’arnia.
Tutto questo, non molte volte ma quasi sempre, non basta alle ancelle perché producano maggiore pappa reale per incitare la regina alla deposizione, l’apicoltore deve intervenire con dell’alimentazione stimolante, si può usare dello sciroppo con la stessa concentrazione di quello che si usa in primavera oppure si può usare del candito, mai miele o liquido con miele, ricordativi che i saccheggi in questo periodo sono sempre latenti, cerchiamo di non rovinare il nostro di lavoro di una intera annata.
Personalmente uso distribuire un bicchiere di sciroppo alla sera, nei nutritori, per ogni famiglia in forma continuativa per una quindicina di giorni, se dovessi trovare un alveare senza scorte allora la concentrazione dello zucchero deve essere aumentata anche del 50%  e la quantità distribuita sarà molto maggiore.
Non dobbiamo dimenticare che i trattamenti sono serviti proprio per ridare salubrità alle famiglie, sfruttiamo questo momento per far deporre alla regina più covata possibile anche perché avremmo delle api sane, indenni dalle malformazioni dovute dalla riproduzione della varroa.  
Naturalmente servono delle visite accurate, vorrei dire come quelle che ho descritto per il mese di Aprile, bisognerà verificare prima e dopo, aver fornito lo sciroppo stimolante, la potenzialità degli alveari; in queste visite potremmo osservare l’integrità della covata che non presenti malattie di nessun genere in special modo sintomi di peste americana che in questo periodo sono più evidenti che in altri, lo stecchino deve essere sempre a portata di mano, meglio una verifica in più che chiudere l’alveare con qualche dubbio.
Se dovessi trovare un alveare orfano non cercherò certamente di fargli fare una regina, introducendo un telaino di covata fresca, il periodo non è proprio propizio, i maschi scarseggiano e se le temperature scendono anche quei pochi fuchi sono restivi a volare, conviene certamente inserire una nuova regina o fare una riunione con l’alveare che si trova a fianco.
Accennavo prima ai saccheggi: sono forse il flagello di questo periodo. Al solo pensiero che la maggior parte di questi s’innescano per colpa dell’apicoltore mi rammarica, il controllo delle entrate e la pratica del restringimento delle porticine ci può aiutare ad evitare questo inconveniente; ci sono ancora persone che sciolgono il miele dei favi di covata per ritornarlo alle api, senza pensare alle conseguenze; osservo in prossimità di apiari (specie in quelli stanziali) dei telaini appesi sotto le piante di viti affinchè le api li ripuliscono, agendo in questo modo l’apicoltore attira non solo le sue api ma quelle di tutto il vicinato portandosi a casa malattie patologiche e un sicuro reinfestamento di varroa.
Qualcuno usa ancora il miele di sceratrice come nutrizione, non sapendo che essendo stato riscaldato il suo HMF diventa un veleno per gli stessi insetti
Settembre è anche il mese che ci introduce nella stagione autunnale, le temperature si abbasseranno e il periodo piovoso è alle porte, senza dimenticare giornate nebbiose e periodi nei quali non potremmo visitare gli alveari; a seguire si avrà la stagione fredda.
Una piccola riflessione va fatta anche su questo, far asciugare i melari dopo la smielatura è una cosa obbligata, parcheggiarli in magazzino umidi di miele vuol significare che con la stagione fredda e con l’umidità avviene la fermentazione del materiale rimasto, daremo sapori e acidità diversa al miele che raccoglieranno le api nella prossima primavera, la posa dei melari per l’aciugatura e il loro recupero deve essere fatto con il diaframma dell’api scampo alla mattina presto o meglio alla sera al calar del sole.
Durante le nostre visite dovremmo cominciare a spostare i telaini anneriti verso le parti esterne dell’arnia o al di fuori del diaframma, dando modo alle api di ripulirli dal miele che lo contengono, mentre i telaini che contengono polline vanno allontanati dalle pareti esterne affinché l’umidità che si condensa nelle parti fredde non li facciano ammuffire.
Spostiamo, un metro al giorno, i nostri alveari in maniera che possano godere del tiepido solo invernale per la maggiore parte della giornata.
Con queste considerazioni voglio ricordare che i prossimi lavori saranno quelli che ci porteranno all’invernamento degli alveari, certo che se seguiamo queste semplici fasi lavorative ci troveremmo già un passo avanti con il programma e forse con famiglie più popolate e forti per affrontare la stagione fredda.
Un cordiale saluto e arrivederci al prossimo mese


Paolo Franchin ...